Sapersi ascoltare è fondamentale ma chiedere aiuto a volte spaventa. E la nostra paura, a volte, allontana gli altri, proprio nei momenti più difficili. Crescono la solitudine e il sentimento di inadeguatezza. Per alcuni e' più facile "sentirsi a disagio" fuori dall'ambiente familiare. C'è chi non accetta la propria fragilità e chi invece la esaspera. Per altri il disagio è vissuto in famiglia, o nella coppia, ma per tutti e per ciascuno è comunque vissuto, sentito e pensato dentro di noi. Cosa ci diciamo, qual'è il nostro dialogo interno? Riusciamo a distinguere la nostra voce interna? Quanto siamo disposti a conoscerci realmente? Quanto del nostro potenziale emozionale è inibito da credenze, o dalla paura del nuovo e dello sconosciuto? Quanto sappiamo amare? Quanto sappiamo chiedere e quanto sappiamo dare? E' nelle relazioni più intime che "si aprono" gli scenari dei nostri conflitti più profondi. Ed è nella natura del conflitto , impedirci di integrare nella coscienza tutti gli aspetti scomodi e tutte le svalutazioni che facciamo del problema, di noi stessi e dell'altro. Nel conflitto non vogliamo sapere, preferiremmo nasconderci, non vedere e non essere visti. Il conflitto si manifesta anche nei silenzi ostili. Ma come fare a sentire veramente? Solo la presenza e lo sguardo dell'altro possono guidarci a sentire con partecipazione ciò che sentiamo. Ed è solo attraverso l'altro che possiamo accogliere il nostro disagio per far nascere nuove consapevolezze. Essere ascoltati serve per ascoltarsi in modo nuovo.
E' importante servirsi di una figura esperta, in un clima affettivo protetto. E' importante la neutralità del rapporto. E' La libertà di scegliere nuovi rapporti o di trovare nuovi spazi, spesso genera angoscia in chi ci ama. L'angoscia di separazione impedisce di guardare in maniera chiara i propri reali bisogni.